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Scenografia di un matrimonio: l’importanza del bozzetto, tra suggestioni e aspettative
di Rezarta Zaloshnja
Il disegno, come la fotografia, ha un potere, quasi magico: quello di fermare un momento. In sé ha la capacità di cogliere l’anima delle cose, più di quanto riesca a fare un’immagine dinamica.
E con il matrimonio ha qualcosa in comune: anche l’unione di due persone è un segno che marcherà il presente e il futuro di entrambi, lasciando una traccia profonda esattamente come fa una matita su un foglio.
In questo contesto il disegno – o per meglio dire, il bozzetto – che illustra la scenografia del matrimonio, deve avere due capacità: la velocità nel realizzare visivamente scene e particolari per riprodurre su carta i desideri degli sposi e suggerire le emozioni che potranno vivere. Ma anche rappresentare fedelmente quella che è l’idea di un allestimento realizzabile, compatibile con gli spazi a disposizione e con lo stile scelto dagli sposi. Per farlo, è importante saper utilizzare schizzi e colori, ma anche il nostro stesso vissuto, attingendo dai ricordi, dalle esperienze, perché siano di ispirazione. Il disegno in questo senso non solo è un mezzo utile che contestualizza e rende tangibili le nostre idee, ma diviene anche il primo dei segni che traccerà il momento più importante della vita di due persone.
In fondo la vita è un lungo diario personale, una narrazione per immagini che si nutre di ricordi: è fondamentale anche – o soprattutto – immedesimarsi nelle aspettative di una coppia, che nel giorno del matrimonio vuole donarsi e donare ai propri ospiti un’esperienza che rappresenti il loro cammino. Come? Attraverso la ricerca del bello, che si manifesterà con colori, profumi, sapori. Il bozzetto di un designer deve saper racchiudere tutto ciò, trovare il giusto tratto, per segnare le aspettative legate a quel giorno speciale.